Sai qual è la differenza tra calandratura e “piegatura a colpi”?
Se hai bisogno di un manufatto metallico che prevede elementi curvi in lamiera, allora la lastra di metallo dovrà essere piegata con delle specifiche lavorazioni. Esistono infatti diversi tipi di piegatura, ognuno dei quali assicura risultati diversi e più o meno adatti ad alcune applicazioni precise.
Ne sono un esempio la calandratura e la “piegatura a colpi”. Quanto le conosci? Continua a leggere per scoprire quale di queste lavorazioni può essere ideale per il tuo progetto.
Calandratura: quando serve una curva fluida
La calandratura è la lavorazione ideale ogni volta che un progetto richiede curve continue, regolari e perfettamente uniformi. Si ottiene facendo passare la lamiera tra rulli — le cosiddette calandre — che la deformano gradualmente fino a modellarla in un arco o in una forma cilindrica. Grazie a questa tecnica è possibile realizzare elementi che devono adattarsi con precisione, sia dal punto di vista funzionale che estetico, all’insieme di un progetto: pensiamo ad esempio a rivestimenti architettonici, condotti, serbatoi o componenti curvi per impianti industriali.
Questa lavorazione trova largo impiego in diverse applicazioni, che possono andare dalle facciate curve e pensiline in ambito edilizio, alle canalizzazioni per impianti, fino ai silos e ai contenitori cilindrici utilizzati per acqua, alimenti o sostanze chimiche. In tutti questi casi, la continuità della curva e la precisione geometrica sono fondamentali.
Per quanto riguarda i materiali, la calandratura funziona al meglio su metalli duttili e con buona plasticità. L’acciaio dolce, ad esempio, è comunemente uno dei materiali più utilizzati per questo tipo di lavorazione: si tratta di un acciaio a basso contenuto di carbonio, cosa che lo rende più morbido e facilmente deformabile.
Anche l’alluminio, grazie alla sua leggerezza, si presta molto bene alle curvature ampie, mentre l’acciaio inox può essere calandrato, ma tenendo conto della sua maggiore resistenza alla deformazione. Si possono modellare con ottimi risultati anche materiali come il rame e l’ottone, utilizzati soprattutto per scopi estetici o decorativi.
Va però sottolineato che non tutte le lamiere si prestano alla calandratura. Questa lavorazione, infatti, non è indicata quando lo spessore del metallo è elevato e le curve da ottenere sono particolarmente strette. Ovviamente, il tutto rapportato alle possibilità di potenza e di dimensioni della calandra che si ha a disposizione.
In sintesi, la calandratura è la scelta giusta quando è richiesta una curvatura precisa e continua, un’estetica pulita e una perfetta adattabilità tra i componenti metallici. Va però valutata attentamente in funzione dello spessore della lamiera e delle caratteristiche del materiale, oppure potrebbe non garantire un risultato all’altezza delle aspettative.
Piegatura a colpi: una curvatura per approssimazione
Se la calandratura non si riesce a realizzare con i macchinari a disposizione e la resa estetica non è la tua prima preoccupazione, allora probabilmente la lavorazione che fa al caso tuo è la “piegatura a colpi”. Si tratta di una tecnica in cui la lamiera viene piegata più volte in sequenza, fino a ottenere una curvatura.
Infatti, potremmo dire che questa lavorazione viene scelta per “simulare una curvatura” quando, ad esempio, non è possibile ricorrere alla calandratura, come nel caso di lamiere troppo spesse o di geometrie complesse.
Sebbene il risultato sia meno omogeneo rispetto alla calandratura, questa lavorazione si rivela molto utile dove l’estetica non è una priorità. È la soluzione ideale quando la curvatura continua non è necessaria o possibile e la perfezione geometrica del manufatto non è essenziale.
Questa lavorazione è molto usata anche per elementi strutturali interni o nascosti, dove avere una superficie perfettamente curva non è un fattore determinante. Al contrario, è perfetta quando si devono ottenere forme più squadrate, ma con angoli smussati, come nelle carterature che rivestono e proteggono una parte meccanica o un componente di una macchina o impianto, nelle coperture tecniche o nei telai di macchinari.
In sintesi, è utile ricorrere alla “piegatura a colpi” quando ciò che conta maggiormente è la funzionalità, piuttosto che la sua perfezione estetica.
Una delle principali caratteristiche della “piegatura a colpi” è la sua versatilità: consente di lavorare materiali più rigidi o spessi, che invece non si adattano bene alla calandratura. Ad esempio, è perfetta per acciaio strutturale, anche in spessori elevati (ovviamente a condizione che la macchina utilizzata sia sufficientemente potente).
Molte leghe dell’alluminio sono facilmente piegabili, ma per alcune bisogna prestare attenzione alla criccatura. Inoltre, le lamiere zincate o preverniciate possono essere piegate a colpi, ma è importante fare molta attenzione a non danneggiare i rivestimenti superficiali durante la lavorazione.
Scegliere la tecnica sbagliata per ottenere una lamiera curva può rivelarsi un bel problema, portando ad esempio a pezzi che non si assemblano correttamente al tuo progetto e vanno rifatti, oppure a ritardi e rilavorazioni perché non è possibile ottenere il risultato voluto.
Come si fa ad evitare questo tipo di situazione?
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Michela Barnobi – Socio amministratore Officine Barnobi
