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Ott

In carpenteria metallica è meglio progettare in 2D o in 3D?

La scelta tra progettazione 2D e 3D non è una semplice questione di aggiornamento tecnologico. In carpenteria metallica, dove ogni millimetro conta, decidere come impostare un disegno significa incidere direttamente sulla produzione, sull’efficienza e sulla qualità del risultato finale.

Ma quando conviene restare sul 2D, e quando invece vale la pena investire tempo e risorse in un modello tridimensionale? Per rispondere serve analizzare non solo il tipo di lavorazione, ma anche l’obiettivo del progetto.

Infatti, come vedrai continuando a leggere, per dare una risposta alla domanda “È meglio progettare in 2D o in 3D?” è necessario tenere conto di molte variabili.

Differenze tra 2D e 3D: cosa cambia nella pratica

Il disegno 2D è composto da viste ortogonali e sezioni che descrivono forma e dimensioni in modo lineare. Per lavorazioni semplici, come tagli e pieghe standard, è spesso più che sufficiente.

Un progetto in 3D, invece, permette di visualizzare un pezzo o un assemblato nella sua forma completa, con tutti i dettagli e le relazioni spaziali. Questo rende il progetto più chiaro, non solo per chi lo disegna ma anche per chi lo deve realizzare, montare o installare.

Utilizzare un software di progettazione 3D per la carpenteria metallica consente di avere un riscontro visivo immediato: il progettista e il cliente possono comprendere da subito come sarà l’oggetto finale, riducendo le incomprensioni e migliorando la comunicazione tra le parti. Questo è un aiuto molto valido nel caso di progetti complessi.

Quando il 2D è ancora la scelta giusta? La progettazione bidimensionale resta ad oggi una soluzione decisamente immediata e ancora molto diffusa. In particolare, si rivela utile nei progetti ripetitivi, nei manufatti a bassa complessità o quando ci si interfaccia con impianti che lavorano direttamente da file vettoriali.

Un file di progetto in due dimensioni è più veloce da elaborare, richiede meno tempo di modellazione e si adatta bene a una produzione lineare, dove ogni pezzo è molto simile al precedente e deve essere realizzato con precisione costante, mantenendo quindi margini d’errore molto piccoli o quasi inesistenti. Per molte lavorazioni di carpenteria leggera o per la produzione di componenti singoli standardizzati, il 2D resta quindi un riferimento efficiente.

Quando però si lavora su progetti di strutture complesse o su elementi da integrare in contesti esistenti, la progettazione in 3D diventa uno strumento quasi indispensabile. Questo perché consente di anticipare eventuali criticità, di verificare ad esempio che non ci siano interferenze tra parti diverse del progetto e di simulare fasi come l’assemblaggio o il montaggio.

Inoltre, il modello tridimensionale può migliorare la comunicazione tra progettisti, produzione e cliente finale, riducendo il rischio di interpretazioni errate. Questo porta benefici diretti anche in officina, dove ogni lavorazione può essere programmata con maggiore precisione e minor rischio di errori.

Come scegliere tra progettazione 2D e 3D?

Se si hanno a disposizione entrambe le tecnologie di progettazione, per scegliere tra due e tre dimensioni vanno tenuti in considerazione fattori di diverso tipo.

Iniziamo dagli aspetti economici e organizzativi: un progetto sviluppato in 3D richiede più tempo nella fase iniziale, ma spesso permette di risparmiare tempo e risorse nelle fasi successive.

Tuttavia, il vantaggio è reale solo se tutte le parti coinvolte sono attrezzate per interpretare e utilizzare correttamente il modello 3D. Se invece lungo la catena di produzione c’è un partner che non è in grado di gestire questa tecnologia, utilizzarla ovviamente non avrebbe senso.

Così come non ha senso utilizzare il 3D in contesti di applicazione in cui non è necessario. In alcuni casi può essere un passaggio superfluo, soprattutto se il progetto parte da un disegno tecnico esecutivo in 2D già validato o se le geometrie sono così semplici da non richiedere simulazioni.

Un esempio? Per realizzare una semplice piastra basta una progettazione in due dimensioni, ma le cose cambiano se la piastra deve essere assemblata con un altro elemento, e allora il 3D potrebbe servire per avere una visualizzazione precisa e completa del risultato finale.

Inoltre, bisogna tenere conto della compatibilità tra i software utilizzati e della capacità dell’officina di gestire questo tipo di file.

Ma quindi è possibile scegliere la soluzione migliore tra una progettazione in 2D e una in 3D?

Assolutamente sì: ma a scegliere deve essere chi si occuperà di realizzare il progetto e poi anche il manufatto.

In Officine Barnobi abbiamo elaborato un servizio di co-progettazione per prodotti in lamiera a regola d’arte: si chiama ProjectLAM e ci consente di realizzare esattamente ciò che serve ai nostri partner, con precisione e puntualità, anche nel caso di prototipi o pezzi unici. ProjectLAM assicura una progettazione funzionale, anche nel caso di manufatti da integrare a sistemi già esistenti.

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Michela Barnobi – Socio amministratore Officine Barnobi